New York Fiori di Cemento 2011
Le immagini di città, e la loro manipolazione creativa, sono al centro dei lavori dell’artista, figura eclettica in grado di unire in modo innovativo e coinvolgente la fotografia tradizionale con l’elaborazione digitale delle immagini scattate, un approccio questo cui si serve per ottenere effetti surreali e astratti. La tecnica del caleidoscopio, quindi della moltiplicazione delle immagini, è il presupposto fondamentale dei lavori di Francesco Vitali che, nelle 13 fotografie dell’esposizione “NEW YORK, FIORI DI CEMENTO”, riproduce secondo una nuova prospettiva alcune delle architetture simbolo di New York, costruzioni che tradizionalmente abbiamo imparato a conoscere solo frontalmente. Lo scarto rispetto alla tradizione è evidente osservando il risultato ottenuto, poiché Vitali propone fotografie non più frontali: al pubblico egli offre qualcosa di nuovo, surreale e onirico, immagini moltiplicate e accostate che si aprono, proprio come dei “fiori di cemento”, e creano nuove raffigurazioni. Egli trasforma materiali come ferro, acciaio, vetro, in qualcosa d’altro, di più leggero, in grado di liberare l’occhio dell’osservatore, come sostiene Vitali, dalla sensazione di claustrofobia data dall’innaturalità della città verticale. Come ha osservato acutamente il critico Roberto Mutti, “… per essere fedele all’architettura e non limitarsi a una pedissequa e piatta descrizione, il fotografo deve marcare la sua indipendenza e fare un salto di qualità passando dalla rappresentazione all’interpretazione. Così si è mosso Francesco Vitali: l’assoluta libertà espressiva da lui scelta lo ha portato a creare inediti accostamenti, costruzioni ardite, moltiplicazioni speculari che si ritrovano in immagini di grande fascino”. New York ci appare così secondo forme e geometrie nuove rispetto a quelle canoniche, ma in ogni immagine è possibile ritrovare tracce e indizi di ciò che già conosciamo e che ci è stato mostrato da tutti i punti di vista, tranne questo, perché Vitali condensa nelle proprie fotografie prospettive diverse, unendole in un gioco di simmetrie e rimandi davvero sorprendente. New York è solo il punto di partenza di un percorso iniziato nel 2007 che ha portato l’artista anche a Milano, Piacenza, Tel Aviv, Gerusalemme, Barcellona, San Francisco, Akko (Acri), città che egli ha saputo reinterpretare pur mantenendone intatta l’identità più profonda. “Francesco Vitali resta sostanzialmente fedele alla fotografia che nelle sue opere è in ultima analisi riconoscibile come tale, ma che ora risulta in qualche modo vitalizzata, rinvigorita, spinta verso altri orizzonti visivi” (Robeto Mutti), dando vita a quei “fiori di cemento” che delineano un nuovo modo di accostarsi alla rappresentazione della città.