Fiori di cemento. Di Pino bertelli
[…] La scrittura fotografica di Francesco Vitali è una reinterpretazione della realtà. Elaborate nell’alchimia sapiente della tecnica digitale, le sue immagini formano un caleidoscopio emozionale che all’interno di una trattatistica surreale, simbolica, atonale a quanto corre nelle vetrine poco importa): la filosofia dell’onirico che fuoriesce da ogni immagine trasforma la materia fotografata in raffigurazioni che liberano il ferro, l’acciaio, il vetro, il volume, l’imponenza architetturale in un figurale che è proprio dei bambini, dei folli o di artisti (sovente maledetti) che spezzano la liturgia del sapere imposto […] Il figurale dionisiaco di Francesco Vitali è il medesimo (ma su altri versanti espressivi, s’intende) di E.J. Bellocq, Diane Arbus, Robert Mapllethorpe e Lewis Carroll: lavora sull’incanto e la gioia, e nella ricerca dell’autentico, o dell’eccesso prometeico della diserzione dai canoni di ricezione precostituiti, qualifica l’operazione culturale verso un grado superiore di comprensione […]